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Leggere il testo e rispondere alle domande che seguono
Mi chiamo Stefano Furbini, ho 36 anni e lavoro in una ditta di informatica. Vivo a Genova con la mia
famiglia, mia moglie Paola e i miei figli, Marco di sette anni e Luisa di quattro. In famiglia, da circa tre settimane,
vive anche mio fratello Giacomo che ha sette anni meno di me. Giacomo deve restare qui a Genova per sei mesi
perché sta frequentando un corso di specializzazione all’università . Lui normalmente abita a Milano dove vivono
anche i nostri genitori.
Mia moglie ed io siamo sposati da otto anni: ci siamo conosciuti nella ditta di informatica dove lavoriamo tutti e
due, anche se in settori diversi: io sono avvocato e mi occupo di questioni legali, mentre lei è addetta alle
pubbliche relazioni.
Mio figlio Marco fa la seconda elementare in una scuola non lontano da casa nostra: tutte le mattine, quando io e
Paola usciamo per andare a lavorare, lo accompagniamo in macchina. Luisa invece va all’asilo: in questo periodo
Giacomo la accompagna tutte le mattine verso le nove, ma normalmente, quando Giacomo è a Milano, la
accompagniamo noi dopo aver lasciato Marco a scuola.
Tutti e due i bambini restano a pranzo a scuola: li passiamo a prendere verso le quattro e mezza quando anche
noi torniamo a casa: spesso succede pero che o io o Paola dobbiamo restare in ufficio per motivi di lavoro anche
dopo le quattro e mezza. In questo caso li passa a prendere con la macchina quello di noi due che è libero prima.
Il problema è che l’altro resta senza macchina e la sera per tornare a casa deve usare i mezzi pubblici che, come
si sa, sono abbastanza lenti.
Giacomo è più grande o più piccolo di Stefano?
Chi accompagna all’asilo Luisa, normalmente?
Che lavoro fa Paola?
Dove vivono i suoceri di Paola?
Perché Giacomo è a Genova?
Se Paola passa con la macchina a riprendere i figli a scuola verso le quattro e mezza, come
torna a casa la sera Stefano?
Come si chiama lo zio di Marco?
LA DOMUS AUREA
Livello Intermedio
1.
Alcune parole del testo sono state scambiate di posizione. Provare a rimetterle in
ordine.
La
Domus Aurea
era l’immensa residenza di
Nerone
, l'imperatore passato alla storia come il responsabile del
grande incendio di Roma del 64 d.C., da lui voluta per vivere "
in una casa finalmente degna di un uomo
".
La reggia, realizzata da
Celer
e
Severus
, è stata progressivamente distrutta dai successori di Nerone, i
Flavi
(69-96) e, soprattutto dall'imperatore
Traiano
(98-118), che l'ha usata come fondamenta delle sue grandiose
terme. Sappiamo che in origine era estesa su tre colli (
Palatino
,
Celio
ed
Esquilino
), e che occupava 80 ettari:
era talmente grande che, come diceva il poeta satirico latino
Marziale
, "
riempiva tutta Roma"
ed era "
un bel
pezzo di campagna nel mezzo della città "
. Il grande complesso comprendeva vari edifici, fontane, giardini, boschi
con animali selvatici in libertà e anche un lago artificiale (il
Colosseo
occupa proprio l'area in cui si trovava questo
lago), ma di tutto questo rimane solo un grande padiglione sul
Colle Oppio
(una delle cime dell'
,
padiglione che si è salvato perché è stato utilizzato come fondamenta delle
Terme di Traiano
.
La decorazione era lussuosa: ovunque c'erano statue in marmo e in bronzo dorato; le sale interne avevano
pavimenti in mosaico ed erano rivestite di marmi colorati, stucchi, avorio, oro, e affreschi. La tradizione dice che la
Sala del trono
era coperta da una volta che girava su se stessa giorno e notte, così come nel cielo girano in
cerchio il sole, la luna, i pianeti e i segni dello zodiaco: la sala era perciò il simbolo del dominio di Nerone
sull'universo.
La statua colossale dell'imperatore rappresentato come
Helios
(
Sole
), alta 35 metri, era nel cortile porticato della
villa, e sottolineava questo dominio. Ma anche di questa ricchezza rimane molto poco.
Le architetture e gli affreschi della
casa d'oro
sono stati riscoperti a partire dalla fine del 1400 grazie ad alcuni
pittori che erano penetrati nelle stanze interrate sotto il Colle Oppio e che avevano ormai l'aspetto di grotte: tra di
loro c'erano
Raffaello
e
Giovanni da Udine
. Gli affreschi, ideati dal pittore romano
Fabullo
, sono stati
importantissimi per lo sviluppo della pittura rinascimentale, in particolare del genere chiamato
grottesca
(cioè
pittura delle "grotte").
La Domus Aurea ha riaperto al pubblico il 24 giugno 1999 dopo un restauro durato 20 anni; sono visitabili al
momento solo 32 stanze delle 150 scavate finora.
2.
Vero o falso? Alcune di queste frasi sono assolutamente false. Provare a riconoscerle
L'imperatore Traiano è uno dei successori di Nerone
Le terme di Traiano si estendono su tre colli: Palatino, Celio ed Esquilino
Raffaello e Giovanni da Udine sono due importanti pittori che hanno collaborato a decorare la Domus
Aurea.
La sala del trono girava una volta su se stessa
Una volta, al posto del Colosseo c'era un lago
Per costruire la Domus Aurea ci sono voluti 20 anni
I Flavi vengono dopo Nerone
Il Colle Oppio è uno dei sette colli di Roma e sta sul Palatino
"Grottesca" è il nome che si dà a uno stile pittorico
La Domus Aurea è stata costruita prima del Colosseo
3.
Nel testo che segue ci sono 10 errori che riguardano l'uso delle preposizioni: provare a
trovarli
La
Domus Aurea
era l’immensa residenza di
Nerone
, l'imperatore passato alla storia come il responsabile del
grande incendio di Roma del 64 d.C., da lui voluta per vivere "
in una casa finalmente degna di un uomo
".
La reggia, realizzata da
Celer
e
Severus
, è stata progressivamente distrutta dai successori di Nerone, i
Flavi
(69-96) e, soprattutto dall'imperatore
Traiano
(98-118), che l'ha usata come fondamenta delle sue grandiose
terme. Sappiamo che in origine era estesa su tre colli (
Palatino
,
Celio
ed
Esquilino
), e che occupava 80 ettari:
era talmente grande che, come diceva il poeta satirico latino
Marziale
, "
riempiva tutta Roma"
ed era "
un bel
pezzo di campagna nel mezzo della città "
. Il grande complesso comprendeva vari edifici, fontane, giardini, boschi
con animali selvatici in libertà e anche un lago artificiale (il
Colosseo
occupa proprio l'area in cui si trovava questo
lago), ma di tutto questo rimane solo un grande padiglione sul
Colle Oppio
(una delle cime dell'
,
padiglione che si è salvato perché è stato utilizzato come fondamenta delle
Terme di Traiano
.
La decorazione era lussuosa: ovunque c'erano statue in marmo e in bronzo dorato; le sale interne avevano
pavimenti in mosaico ed erano rivestite di marmi colorati, stucchi, avorio, oro, e affreschi. La tradizione dice che la
Sala del trono
era coperta da una volta che girava su se stessa giorno e notte, così come nel cielo girano in
cerchio il sole, la luna, i pianeti e i segni dello zodiaco: la sala era perciò il simbolo del dominio di Nerone
sull'universo.
La statua colossale dell'imperatore rappresentato come
Helios
(
Sole
), alta 35 metri, era nel cortile porticato della
villa, e sottolineava questo dominio. Ma anche di questa ricchezza rimane molto poco.
Le architetture e gli affreschi della
casa d'oro
sono stati riscoperti a partire dalla fine del 1400 grazie ad alcuni
pittori che erano penetrati nelle stanze interrate sotto il Colle Oppio e che avevano ormai l'aspetto di grotte: tra di
loro c'erano
Raffaello
e
Giovanni da Udine
. Gli affreschi, ideati dal pittore romano
Fabullo
, sono stati
importantissimi per lo sviluppo della pittura rinascimentale, in particolare del genere chiamato
grottesca
(cioè
pittura delle "grotte").
La Domus Aurea ha riaperto al pubblico il 24 giugno 1999 dopo un restauro durato 20 anni; sono visitabili al
momento solo 32 stanze delle 150 scavate finora.
ITALIANO, UNA LINGUA "TELEVISIVA"
Un articolo di giornale con esercizi sulla comprensione e sul lessico
Livello avanzato
Argomento
lingua italiana e dialetti
Livello
avanzato
Genere
articolo di giornale (di B. Mastragostino)
Esercizi
comprensione e lessico
Fonte
Avvenire, Venerdì 10 gennaio 1997
Roma. A quasi 140 anni dall'unità d'Italia circa il 94% dei nostri connazionali parla l'italiano in almeno
un ambito relazionale (famiglia, amici, estranei), ma in maniera esclusiva solamente il 44,6% lo parla
in famiglia e il 47,3% con gli amici, mentre la percentuale sale a 71,5% quando l'interlocutore è un
estraneo. E infatti non si è dimenticato il dialetto, tanto che circa il 60% della popolazione lo conosce e
lo usa. Comunque in alcune regioni, come la Toscana, la lingua nazionale è praticata da circa il 90%
della popolazione, invece in Veneto è il dialetto a farla da padrone, lo parlano esclusivamente quasi la
metà degli abitanti sia in famiglia che con gli amici e sfiora il 20% il numero di quelli che lo usano
sempre anche con gli estranei.
Questo, in sintesi, quanto emerge da un'indagine dell'Istat sull'uso della lingua italiana e i dialetti
svolta nel 1995. La stessa indagine è stata realizzata tra la fine del 1987 e l'inizio del 1988, così
l'Istituto di Statistica ha potuto cogliere alcune trasformazioni nelle abitudini linguistiche avvenute in un
arco di tempo abbastanza breve. In otto anni, spiega l'Istat, si è verificato un significativo aumento
dell'uso dell'italiano e un corrispondente calo dell'uso esclusivo del dialetto. Comunque l'indagine ha
stabilito che parlano soltanto o prevalentemente l'italiano circa 23 milioni 900 mila individui (44,6%), si
esprimono esclusivamente, o quasi, in dialetto 12 milioni 600 mila persone (23,6%), e 15 milioni 100
mila alternano dialetto e italiano.
Ma cosa ha determinato questo cambiamento che, in termini percentuali, è pari ad un aumento
dell'uso dell'italiano di circa 5 punti, con picchi che arrivano a 12 punti percentuali se si considerano i
bambini tra i sei e i dieci anni? Certamente non i libri e nemmeno i giornali che nel nostro paese sono
sfogliati da una percentuale di persone molto vicina a quella rilevata nel Terzo Mondo. E' evidente che
il merito maggiore va alla televisione. Non a caso sono proprio i bambini (una precedente indagine ha
stabilito che passano in media intorno alle tre ore al giorno davanti al televisore) quelli che negli ultimi
anni hanno accresciuto l'uso della lingua italiana: con gli estranei, per esempio, nell'87-88 lo parlava il
69,8% dei ragazzini, ma nel 1995 si è arrivato all'81,7%.
Naturalmente, precisa l'Istat, anche se la televisione ha avuto particolare importanza nel modificare il
comportamento linguistico dei piccoli e in generale di tutti gli italiani, «l'influenza del titolo di studio
rimane ancora nettissima». Quindi «il contributo delle istituzioni scolastiche» non si discute e rimane
chiaramente il punto di partenza «per la crescita della competenza linguistica delle persone». Infatti è
proprio il passaggio dalla condizione di analfabetismo a quella del possesso di un primo titolo di studio
a determinare un balzo nella percentuale di quelli che parlano solamente o prevalentemente l'italiano.
La progressione poi, continua fino ad arrivare a circa il 77% nel caso dei laureati.
Per quanto riguarda infine le abitudini linguistiche nelle diverse aree di residenza, l'Istat ha rilevato che
Toscana, Liguria e Lazio sono le regioni dove, nei tre contesti considerati, si parla maggiormente
l'italiano. Al contrario Veneto, Calabria e Campania sono le regioni dove si parla di più il dialetto.
Esercizio 1: comprensione
Le frasi seguenti sono vere o false?
1.
In Toscana il dialetto si parla più che in
Veneto
FALSO
VERO
2.
A otto anni di distanza l'uso dell'italiano è
aumentato
FALSO
VERO
3.
I giornali hanno una forte influenza
sull'aumento dell'uso dell'italiano
FALSO
VERO
4.
La scuola è molto importante per la crescita
della competenza linguistica
FALSO
VERO
5.
La Calabria è una delle regioni dove si parla
di più l'italiano
FALSO
VERO
Esercizio 2: lessico
Per ognuna delle definizioni qui sotto, trovare nel testo la parola a cui fanno
riferimento.
1.
Toccare appena appena o non toccare per poco, qualcuno o qualcosa; in senso figurato,
accennare di sfuggita a un tema, senza approfondirlo:
es:
............
un argomento, un problema
Essere sul punto di raggiungere o di provocare qualcosa
es:
...........
la vittoria, la lite, un incidente
2.
Persona con cui si parla, a cui ci si rivolge, a cui si destina un messaggio. Chi partecipa a una
trattativa (come controparte), a una discussione, a un dialogo ecc.
3.
Diminuzione, abbassamento di qualcosa (dei prezzi, dei consumi, della produzione; di peso, di
corrente); riduzione, perdita di qualcosa: della vista, delle forze.
4.
Cima montuosa particolarmente aguzza, scoscesa e solitaria; con valore figurato, momento di
massimo sviluppo, di forte intensità .
5.
Voltare frettolosamente le pagine di un libro, di un quaderno e sim., leggendo eventualmente in
modo saltuario.
6.
Salto, scatto, slancio
es:
fare un ............... per lo stupore
es:
fare un .............. all'indietro
(
fig)
Salto di qualità , avanzamento
es:
il prezzo dell'oro ha fatto un ...........in avanti
Riferito a situazione economica, improvviso e notevole miglioramento
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